Al cospetto di numerosi chef internazionali, ambasciatori della cucina italiana nel mondo, Gianluigi Zenti (AD di Academia Barilla) ha conferito il titolo di “Italian Cuisine Master Chef” ad honorem agli chef Mario Caramella, Cesare Casella, Domenico Crolla, Donato De Santis, Angela Hartnett, Arima Kuniaki, Mark Ladner, Paolo Monti, Pietro Rongoni, Giulio Vierci, Yoshi Yamada, Luigi Passano.
Tutti questi professionisti, pur differenziandosi per storie ed esperienze, sono infatti accomunati da una profonda conoscenza dei principi che regolano la gastronomia italiana e dalla loro capacità di diffonderne il linguaggio nel mondo.
L’I.C.M.C., infatti, è il massimo riconoscimento per gli chef che, seguendo quelle regole non scritte che rendono unica la cucina italiana, hanno dato un contributo significativo all’introduzione, alla diffusione e alla salvaguardia della gastronomia italiana nei paesi nei quali svolgono la loro attività.
Che l’“italian food” stia vivendo un momento di particolare splendore in tutto il mondo, d’altronde, non vi è alcun dubbio, ma ad una sempre maggior diffusione dei prodotti autentici corrisponde anche una grande confusione riguardante quella che è la gastronomia italiana.
Come abbiamo visto nel nostro recente articolo, infatti, fin troppo spesso la cucina del Bel Paese è soggetta ed equivoci e confusioni che non le rendono giustizia e che, in alcuni casi, favoriscono il proliferare di prodotti non autenticamente italiani o di realtà che si spacciano per tali, ma che non conoscono i principi che regolano la nostra cultura culinaria.
Ed è proprio il mondo della ristorazione che riveste un ruolo di primo piano nella diffusione e nell’educazione a questi principi all’estero.
Se però da una parte si stima che in tutto il mondo esistano almeno settantamila ristoranti che si fregiano di essere italiani, dall’altra spesso questi propongono un servizio non degno del livello della gastronomia italiana agli ignari clienti che spesso non hanno i mezzi per potersene rendere conto.
Proprio per difendere il buon nome della cucina italiana nel mondo e mantenerne alto lo standard, l’Academia Barilla ha ritenuto fondamentale istituire un programma quale quello della Certification of Proficiency in Italian Cuisine” (CPIC) che sia in grado di riconoscere e conferire un riconoscimento a quegli chef che hanno le capacità e le conoscenze per poter diffondere un’autentica cultura gastronomica italiana nel mondo.
Il CPIC consentirà finalmente di definire uno standard che consenta di creare un network di chef di eccellenza, testimonial della cucina italiana di successo all’estero. Questa certificazione è, infatti, stata pensata appositamente per quegli chef stranieri che, già in possesso di queste conoscenze e di una buona esperienza, siano in grado di superare una prova di esame teorico-pratica che li qualifichi a tutti gli effetti come alfieri della cucina italiana.
Per chi vuole prepararsi al meglio per sostenere questi esami, inoltre, Academia Barilla ha istituito Learn@work, un programma che propone dei corsi di full immersion pratica per tutti coloro che ambiscono a specializzarsi su argomenti specifici.
In questo modo l’Academia Barilla ritiene che lo standard degli chef che sono ambasciatori della cucina italiana nel mondo non potrà che elevarsi portando ad una maggiore conoscenza dell’autentica cultura gastronomica italiana.