A Lima come a Bologna
Alla terza edizione della Fiera Mistura in Perù, dal 7 al 12 settembre, partecipa anche l’associazione “Chef to Chef”
Uno spettacolo di sapori, colori e profumi. Andrà in scena a Lima, capitale del Perù e della gastronomia dell’America Latina, dal 7 al 12 settembre. È la terza edizione della Fiera Mistura, organizzata dall’Associazione Peruviana di Gastronomia, fondata nel 2007 dal famoso chef peruviano Gastón Acurio. Alla festa, che mostrerà al mondo intero il forte legame della cucina peruviana con i prodotti della terra e metterà in pentola creatività, tradizione, cultura e biodiversità, partecipa anche l’associazione “Chef to Chef”.
«In Perù porteremo l’esperienza dell’Emilia Romagna, i nostri prodotti, la gioia di vivere, l’umiltà, e la fantasia tutta emiliana», spiega Massimo Bottura, famoso chef dell’ Osteria Francescana di Modena e Vice Presidente dell’associazione dei cuochi emiliano-romagnoli. «Vivo con i piedi per terra e la testa nel sogno, per questo cerco sempre nei miei piatti un’espressione contemporanea proiettata nel futuro: nuove strade per trasformare i miei ricordi attraverso i miei piatti in veicoli di trasmissione di emozioni. Io sono emiliano, quindi vivo una vita di caldi e freddi, dolci e salati, di nebbia, di silenzi….. Di grandi materie prime».
Bottura crede «nel duro lavoro di ogni giorno a supportare un minimo di talento», ma soprattutto crede nel “gruppo”. «Ecco cosa può fare “Chef to chef”: può cercare di fare sistema per trasmettere al mondo la magia dell’Emilia Romagna».
Ma.Vi. – Foto: Paolo Terzi
Hanno deciso di custodire le radici per vedere con più gusto il presente. Di onorare i saperi e i sapori tradizionali, dando loro l’eternità dell’innovazione. E non solo entro i confini della regione. Sono i cuochi, ristoratori, produttori, gourmet ed esperti di gastronomia dell’Emilia Romagna, che hanno fondato nel 2008 l’associazione “Chef to Chef”.
L’obiettivo, come si legge sul sito, è contribuire, consapevoli della eccellente qualità delle materie prime a disposizione e dell’importante progresso delle tecniche di elaborazione e cottura, all’evoluzione della gastronomia regionale per garantirne un’affermazione a livello nazionale e internazionale, così da attivare un confronto con tutte le realtà interessate a un’alimentazione moderna, sostenibile e healthy.
«L’idea di costituire l’associazione – racconta il Presidente Igles Corelli, celebre chef della Locanda della Tamerice di Ostellato (Ferrara) – è nata in trenta secondi tra me, Massimo (Bottura, chef dell’Osteria Francescana di Modena, nda) e il gourmet Franco Chiarini. All’inizio, abbiamo chiamato a raccolta solo cuochi, ventuno per l’esattezza, poi abbiamo allargato la partecipazione anche ad altre figure fondamentali per l’offerta gastronomica regionale, come i produttori».
Per trasmettere la cultura di questi cuochi di grande storia ed esperienza ai giovani, l’associazione ha scelto di concretizzare iniziative di formazione-lavoro. Poi, ha cercato di valorizzare i prodotti tipici: «Come chef traiamo beneficio dall’uso di ottime materie prime, ma queste hanno bisogno di noi per esprimersi al meglio…». Un gran Parmigiano-Reggiano o un pregiato Aceto Balsamico di Modena sono vette immerse nel buio, se non trovano chi le sappia mettere in luce con tecnica e creatività.
Per dar valore ai prodotti del territorio, l’associazione ha anche compiuto un lavoro di ricerca: «Abbiamo scritto un trattato sulla saraghina e ne abbiamo in cantiere altri». La saraghina è un pesce simile alla sarda, tipico della Romagna. Si cucina, dopo averlo rivoltato nella farina di mais per la polenta, sul “testo”, la piastra rotonda di terracotta dove si cuociono anche le tradizionali piadine. Un piatto antico e povero, dal sapore squisito: fa talmente parte della cultura alimentare romagnola che il grande regista Federico Fellini ha chiamato “Saraghina” un personaggio del film “8 e mezzo”.
Imprescindibile per “Chef to Chef” è la bellezza: «Miriamo a una cucina colta, dove viva il bello in tutte le sue forme, dal food design alla presentazione del piatto in un locale d’atmosfera, arredato con gusto e caratterizzato da un servizio di alto livello». Poi, altrettanto importante, «la volontà di salvaguardare i luoghi che hanno dato lustro alla grande cucina in Emilia Romagna, come il ristorante San Domenico di Imola».

Il Vice Presidente di “Chef to Chef”, Massimo Bottura (Osteria Francescana, Modena). Foto: Paolo Terzi. I consiglieri Alberto Bettini (Trattoria da Amerigo, Savigno), Filippo Chiappini Dattilo (Antica Osteria del Teatro, Piacenza) e Paolo Teverini (Ristorante Teverini, Bagno di Romagna)
L’associazione non si ferma a casa propria, però: porta anche all’estero i prodotti eno-gastronomici emiliano-romagnoli. Un passaggio fondamentale per rilanciare la Food Valley che corre dal Po agli Appennini. Perché la cucina è uno degli appeal turistici della regione. E ha bisogno di chef stellati, per farsi conoscere e apprezzare.
Mariagrazia Villa